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Balsorano è situato nella splendida Valle Roveto ed è il primo paese abruzzese che si incontra provenendo dalla Ciociaria (Lazio). Lo domina il Castello Piccolomini, una fortezza medievale che ricorda tra i visitatori illustri, anche Alessandro Dumas figlio, che rimase particolarmente colpito dalle bellezze di questa fortezza. 

Il Borgo di Balsorano

Balsorano, situato nella splendida Valle Roveto è il primo paese abruzzese che si incontra provenendo dalla Ciociaria (Lazio). L'abitato è dominato dal Castello Piccolomini, una fortezza medievale meta di turisti italiani e stranieri già da epoca antica, e che ricorda tra i visitatori illustri, anche Alessandro Dumas figlio, che rimase particolarmente colpito dalle bellezze di questa fortezza. Il nucleo urbano si sviluppa alle pendici del monte Cornacchia, lungo la catena montuosa degli Ernici. Il territorio comunale è attraversato dal corso del fiume Liri. 

La Storia

Balsorano era denominato anticamente "Vallis Soranae" per via della vicinanza con Sora. Si parla già di Vallis Soranae nel X secolo, data la frequente presenza benedettina nella zona. Nel "catalogo dei Baroni", del XII secolo, Balsorano è indicata come "feudo di quattro soldati", soggetto alla contea di Celano. Dal XIII al XV secolo, dunque, la storia di Balsorano si identifica con quella della contea marsicana. Dopo la sconfitta di Ruggero nel 1463 la signoria di Balsorano passa in feudo ad Antonio Todeschini Piccolomini.

L'ultimo barone, Tiberio Piccolomini Testa, perde il feudo nel 1806 e i suoi beni vengono ottenuti dal francese Carlo Lefebvre, il fondatore dell'industria meccanica nella valle del Liri e delle cartiere del Fibreno, intorno al 1850.

Elevato a comune autonomo, nel 1809 Balsorano comprende anche le frazioni di Rendinara, San Giovanni Valle Roveto e Roccavivi; la prima frazione nel 1816 passa sotto Civita d'Antino e, successivamente, sotto Morino, mentre le altre due passano sotto l'amministrazione comunale di San Vincenzo Valle Roveto.

II 5 ottobre 1860 sosta a Balsorano il colonnello borbonico De la Grange, e nel 1861 vi stazionano in permanenza soldati piemontesi a cavallo, impegnati nella lotta contro il brigantaggio. L'occupazione dura almeno fino al 1868, anno in cui lo stesso generale Pallavicini è costretto a fare sosta proprio a Balsorano.

In età contemporanea due sono stati gli eventi più importanti: la "Rivoluzione di Balsorano" del 1910, rivolta popolare contro le vessazioni dei potenti subite dagli abitanti del borgo vecchio e il terremoto di Avezzano del 1915. Il sisma causò qui particolari danni e numerose vittime. Il paese fu quasi completamente distrutto e ricostruito più a valle, come avvenne per molti centri della valle Roveto e della Marsica.

Il primo maggio 1944, durante la seconda guerra mondiale, i fratelli Mario e Bruno Durante, due giovani partigiani, furono catturati a Meta di Civitella Roveto dalle squadre naziste e fatti sparire nel nulla. Si rifiutarono di rivelare l'esistenza di un loro fratello, Faustino, anch'esso partigiano e l'aiuto che la popolazione del borgo offrì nei confronti dei prigionieri alleati evasi dai campi di concentramento abruzzesi. I due fratelli furono uccisi dopo un mese di torture a Tagliacozzo. La loro tomba e i loro corpi non furono mai trovati. Ad entrambi è stata concessa la medaglia d'oro al merito civile. Il 4 giugno dello stesso anno, con i tedeschi già in ritirata, il paese subì i bombardamenti aerei degli alleati.

Da vedere

Il Castello Piccolomini, la cui costruzione ha avuto inizio per volere di Antonio Todeschini Piccolomini nel XV secolo, intorno al 1460; si presenta come un'imponente struttura in stile medievale-rinascimentale. Posto su un costone roccioso della Valle Roveto è di pianta vagamente pentagonale ed è dotato di più porte d'accesso e di un rigoglioso parco. Dopo il terremoto del 1915 il Castello è stato restaurato mantenendo intatto il suo fascino, fascino che l'ha reso il set di oltre trenta pellicole cinematografiche

Il Convento di San Francesco, la cui storia inizia probabilmente nel XVII secolo, ma che dopo il terremoto della Marsica nel 1915 in cui fu totalmente distrutto è stato ricostruito insieme alla chiesa, benedetta e inaugurata nel 1918. Nel convento sono custoditi tuttora alcuni arredi sacri provenienti dall'antica struttura, Dell'antico convento restano i ruderi situati in località Ara e montano Triàne.

L'Eremo della Grotta di Sant'Angelo è un Santuario rupestre situato sul versante occidentale della Serra Longa a 917 m s.l.m. E' il più famoso santuario in grotta della Val Roveto. Del locale originario benedettino rimangono scarsi resti murari. La costruzione più recente (1750-1801) è l'edificio utilizzato come ospizio per i pellegrini che vi accorrono nei mesi di Maggio e Settembre in occasione delle feste di S. Angelo e S. Michele Arcangelo. L'Eremo è raggiungibile a piedi in circa 60 minuti di cammino.

Nell'interno della grande grotta, probabilmente già utilizzata in età preistorica, troviamo tre cappelle: quella in basso, fra le due scale, rifatta in età recente, è dedicata a S. Giuseppe e S. Antonio di Padova; sopra, sulla destra è quella dedicata a S. Michele con dipinto di S. Michele Arcangelo datato 1874; sopra, sulla sinistra è la cappella della Madonna dello Spirito Santo con relativo dipinto datato 5 Maggio 153

L'Eremo di Sant'Onofrio è situato nell'omonimo vallone alle pendici del monte Breccioso. Anch'esso tappa degli amanti del trekking in Valle Roveto, si raggiunge attraverso il sentiero CAI 20.

Anche la Chiesa Santissima Trinità, come il Convento di San Francesco, fu ricostruita dopo il sisma del 1915. E' una costruzione moderna consacrata nel 1939 situata a  Balsorano Nuovo.

Da gustare

I calascinetti, stuzzichini salati con ripieno di formaggio, tipici delle festività pasquali, la pizza dolce, dolce tipico a base di pan di spagna e crema, la carne e gli arrosticini, i formaggi, l'olio EVO di altissima qualità
 

Cosa fare

Visitare Balsorano è innanzitutto un viaggio nelle tradizioni, nella natura e nel territorio. E’ la possibilità di ritrovarsi immersi nella cornice di monti che D’Annunzio definì ‘orribilmente belli’. Una cornice ideale per allontanarsi dai ritmi frenetici delle città e ritrovarsi cullati e sedotti dai profumi, dai colori e dai suoni di Madre Terra.

Il territorio è ideale per escursioni e trekking. Tra le Aree naturali da raggiungere c'è Pizzo Deta (2041 m s.l.m.), la seconda cima più elevata della catena dei monti Ernici che segna il confine tra le regioni Abruzzo e Lazio.

Il Monte Serra Alta è definito  ‘la montagna dell’aereo’: la sera del 30 marzo 1963 il volo «IH 703» della compagnia aerea Aereolinee Itavia, proveniente da Pescara e diretto a Roma, a capo della quale vi era il principe Caracciolo, si schiantò a pochi metri dalla cima di quella montagna, incendiandosi e distruggendosi. Nessuna delle undici persone a bordo del Dc3 sopravvisse alla sciagura.

Da segnalare la Grotta delle Reconche, in prossimità del Santuario di Sant’Angelo.