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Sannicandro di Bari

Puglia

Sannicandro di Bari da sempre vanta una strategica posizione territoriale: vicinissima al capoluogo pugliese di Bari e lucano di Matera, nonchè prossima al Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Caratterizzano il borgo il Castello Normanno Svevo e una infinita distesa di olivi.

Il Borgo di Sannicandro di Bari

Una visione aerea del Borgo di Sannicandro di Bari ci mostra il suo sviluppo per centri concentrici intorno ad un importante nucleo: il Castello Normanno Svevo. Il centro storico è rimasto per lo più invariato nelle sue forme originarie con l’articolazione di viuzze e stradine che, ad ogni passo, raccontano un frammento di storia: la casa del Baglivo, la Ruota dei proietti, l’Ospedale dei Pellegrini.

La Storia

La lunga storia di Sannicandro di Bari è strettamente legata al suo Castello e ai rinvenimenti archeologici che hanno interessato il suo centro storico. Sono reperti risalenti al periodo peuceta e magno-greco (monete, tombe con corredo e vasellame) che consentono di avanzare un’ipotesi di frequentazione già a partire dal VI secolo a.C.

Strategica per la sua posizione territoriale (di collegamento tra Bari e Matera nonché con Altamura e Gravina in Puglia), Sannicandro ha sviluppato il suo borgo abitativo in prossimità del Castello e come ben suggeriscono le fonti, a partire da un periodo successivo alla sua stessa costruzione (X/XI sec.).

Il maniero nel suo aspetto attuale è frutto di un lavoro di restauro durato circa trent'anni. L’insieme delle indagini storiche e archeologiche condotte sul complesso castellare hanno consentito di chiarire, almeno in gran parte, le principali fasi costruttive che partono da una datazione che si aggira intorno al X secolo per arrivare ai giorni nostri.

Il 1 novembre 1304, Carlo II D’Angiò dona alla Basilica di San Nicola, il feudo di Sannicandro, tornato al Regio demanio dopo la morte di Anselmo di Caprosia. Tranne una piccola parentesi storica durata dal 1350 al 1415, il castello di Sannicandro di Bari resta possedimento della Basilica di San Nicola fino al 2 agosto 1806 quando, il Re di Napoli, Giuseppe Bonaparte, promulga la legge che abolisce il feudalesimo e segna la fine di ogni autorità sul borgo.

Da quel momento, si apre un’importante capitolo di storia moderna che le cronache e le fonti ci riportano con dovuta certezza.

È in questo periodo che, al fine di riequilibrare la precaria situazione economica, si decise di rendere più redditizio il Castello sacrificando i suoi spazi con una serie di cambiamenti. Vengono ricavate una sessantina di unità locative per famiglie locali e realizzate botteghe e negozi i cui introiti sarebbero andati alla Basilica di San Nicola.

Con la legge del 29 novembre 1891, la gestione del Castello passò alla Regia Delegazione per l’Amministrazione Civile delle Reali Basiliche Pugliesi, appositamente istituita. Nel 1922, in previsione di un maggior ricavo dal denaro convertito in Titoli di Rendita Pubblica al 5% e per sfuggire ad una eventuale distribuzione gratuita ai contadini, la Regia Delegazione, dietro il benestare della Real Casa, mette in vendita tutti i fondi rustici dell’ex feudo. Gli acquirenti risultano essere, per la gran parte, sannicandresi emigrati negli Stati Uniti che dispongono, al momento della vendita, di somme sufficienti di denaro.

Nel 1967 il Comune di Sannicandro, con l’allora Sindaco Prof. Nicola Casamassima, acquista il Castello per la cifra di dodici milioni e mezzo di lire.

Dopo una faticosa e radicale opera di svuotamento abitativo del complesso castellare, nel 1974, cominciarono i lavori di restauro che si sono conclusi nel 2002, riportando il pregevole monumento a quella che era la facies medievale che, tutt’ora, il castello mostra nella sua totale magnificenza.

Nel 2017 il castello è stato segnalato dall’Istituto Nazionale dei Castelli.

Da vedere

Il monumento più importante è il castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari ma, come detto, il centro storico medievale è rimastro per lo più invariato nelle sue forme originarie e racchiude edifici e monumenti di interesse oltre che numerosi frammenti di storia.

Appartenente al periodo ottocentesco è la Chiesa Matrice dedicata a Maria SS. Assunta su progetto dell’ingegnere Leone Leoncavallo e gli affreschi di Nicola Colonna.

Nell’anno 1929 fu eretto il Monumento ai Caduti in guerra su progetto dell’architetto barese Saverio Dioguardi. La campana, detta augustea, fu realizzata con la fusione del bronzo dei cannoni austriaci. Il monumento è dedicato ai 127 militari sannicandresi morti durante il primo conflitto mondiale.

Di epoca mussoliniana sono l’edificio scolastico San Giovanni Bosco e la colonia elioterapica in Via Duca D’Aosta. Quest’ultima privatizzata e diventata civile abitazione ma ben visibile dall’esterno nella sua forma e nelle severe linee dell’architettura del periodo.

A circa 2 chilometri dal centro abitato, c’è la Chiesetta medievale della Madonna di Sizzaro (meglio conosciuta come Madonna di Torre dal nome della contrada su cui insiste), luogo assai caro ai cittadini di Sannicandro. L’effige della Madonna viene onorata nella ricorrenza del Lunedì dell’Angelo in una solenne giornata di festeggiamenti e profonde tradizioni soprattutto di tipo agreste.

Particolarmente degne di nota sono le numerose Masserie presenti su tutto il territorio di Sannicandro (tra le altre Masseria Santa Chiara, Masseria Parco Madonna, Casale Macario, Casale Fiorese, Casale Ricchioni, Masseria Squicciarini), circondate da distese di uliveti secolari (se ne contano circa 2000 esemplari) che diventano un’alternativa naturalistica alla classica visita guidata di carattere culturale.

Da gustare

Le tradizioni culinarie di Sannicandro sono legate alla Terra e al suo prodotto per eccellenza: l’Olio Extravergine d’Oliva. Ogni piatto è valorizzato dalle sapienti mani di donne che trasmettono, di generazione in generazione, l’autenticità della tradizione, valorizzando al meglio quello che viene definito l’oro verde. I piatti tradizionali sono altamente impreziositi proprio dalla gustosità eccellente dell’olio che, a condire una semplice fetta di pane cotto a legna ed un po’ di sale, rappresenta una prelibatezza indimenticabile. L'olio E.V.O, tipico della zona, è un olio ottenuto esclusivamente attraverso procedimenti di tipo meccanico, che permettono di mantenere tutte le proprietà del frutto dell'oliva.

Il territorio di Sannicandro è unico per le sue immense distese di alberi di ulivo e per la produzione della oliva. Il territorio è caratterizzato da due delle specie più note e prelibate: la “Termite”, che è una varietà da mensa e la “Coratina”, da cui si ricava un olio dal tipico sapore amaro e piccante ma dalle rinomate proprietà benefiche per via dell’elevato numero di polifenoli.

La “Termite”, detta anche “Oliva Dolce”, viene utilizzata in una grande varietà di piatti tipici di Sannicandro. Tra questi c’è il famoso piatto delle olive dolci fritte. Per questa ricetta assai semplice e gustosa, le olive dolci vengono fritte in abbondante olio extra vergine d’oliva e servite con una bruschetta di pane casereccio e un bicchiere di vino rosso locale.

Le cicerchie sono legumi dal prezioso sapore difficile da paragonare ad altri. Si mangiano bollite in acqua e sale e, poi, condite ovviamente con un filo di olio EVO. La cicerchia si conserva secca, pertanto, prima della cottura, si preferisce metterla in ammollo per circa 12 ore.

Legate alla tradizione del Calderone di San Giuseppe e dei tipici falò, le fave sono un legume molto utilizzato sulle tavole sannicandresi. Come nel caso della cicerchia, vengono conservate secche e occorre metterle in ammollo almeno 12 ore prima della cottura. Cotte in acqua e alloro, vengono bollite per poi essere servite con un abbondante filo di olio EVO e in alcuni casi, in accompagnamento a qualche verdura di stagione (tra le altre cicorie e bietole).

Cosa fare

VISITA AI FRANTOI, PERCORSI NATURALISTICI E VISITE GUIDATE NEL CASTELLO E NEL CENTRO STORICO

Grazie alla sua storia millenaria e alla bellezza del suo territorio, Sannicandro permette di immergersi in un percorso di visita del paese che asseconda ogni tipo di esigenza e di curiosità. La visita agli uliveti secolari e alle Masserie ci conduce alla scoperta della vita contadina di questo territorio. Così come la visita ai frantoi, che con le antiche strutture in pietra, permettono la conoscenza di tutto il ciclo di lavorazione delle olive e ci svelano come si arriva al prezioso olio EVO di Sannicandro di Bari. Immancabile il percorso culturale attraverso i luoghi e i monumenti che hanno segnato la storia del Borgo e che affascinano visitatori provenienti da tutto il mondo.

Questo e molto altro ancora è possibile tutti i giorni dell’anno grazie alla presenza del Punto di Informazione e Accoglienza turistica che è aperto dal lunedì alla domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 21.00. Soprattutto per quanto riguarda il Castello, sono altresì possibili visite straordinarie su prenotazione, in particolari orari del giorno e per gruppi.

QUARANTANA

In occasione delle festività di fine Carnevale, da anni, si ripropone la tradizione della Quarantana che rappresenta la fine del periodo di festa e l’inizio della Quaresima.

La finalità è riscoprire il Nostro Carnevale, innestato nella cultura locale di origine rurale con l’inversione dei ruoli: il prendersi gioco dei potenti; gli sfottò e le allegorie sulle contingenze politico-sociali. Il Re Carnevale, “Aronz” a Sannicandro di Bari, a seguito di esagerate abbuffate e irriverenti licenze, la notte del martedì grasso deve passare il testimone a sua moglie Quarantana. Il rito spettacolo è drammatizzato in 5 fasi: Corteo Funebre; Morte e Autopsia di Re Carnevale; Processo e Condanna; Lettura del Testamento; Bruciamento. Il fuoco propiziatorio monda la comunità di tutti i peccati, degli sberleffi e dei bagordi.

CALDERONI DI SAN GIUSEPPE

Durante il periodo della festa di San Giuseppe (19 marzo) vengono organizzati per le strade del paese i famosi “callareun” (calderoni). All’interno di antiche caldaie in rame poggiate su un “trepiedi” in ferro o sospese alla “camastr d’San Gsepp”, vengono cotte le fave e i ceci con qualche foglia di alloro e distribuiti liberamente, insieme ad un bicchiere di vino Primitivo. Solo in epoca recente, rispetto all’ancestrale rito dei calderoni di quartiere, si è aggiunta la tradizione di donare la “pagnotta”(pezzo di pane) di San Giuseppe dalla tipica forma di nodo.

Per l’occasione viene allestito anche un Calderone Gigante al centro della piazza del Castello che conclude i festeggiamenti del Santo Patrono del Paese. Da qualche anno, i calderoni partecipano ad una gara, all’esito della quale viene premiato quello più rispondente ai valori della tradizione religiosa e locale.

PIZZ’CHELLO’ D’ LA V’SCIGL’ (DELLA MADONNA DEL CARMINE)

Ogni anno, il 15 luglio, giorno della vigilia della festività della Madonna del Carmine, tradizione vuole che i quattro cantoni si sfidino a chi riesce a percorrere nel minor tempo possibile un tragitto di 35 metri restando in equilibrio su una “torre umana” di tre piani. I cantoni sono le quattro strade principali del paese: Assunta, Torre, Carmine, Castello, ciascuno contraddistinto da un colore ben preciso (rispettivamente rosa e azzurro, verde e nero, beige e bianco, rosso e bianco). A concludere i festeggiamenti della vigilia è la “focaccia gigante”, un’immensa ruota di focaccia realizzata da uno del panifici storici del Borgo e distribuita liberamente subito dopo la celebrazione vespertina, fuori dalla Chiesa della Madonna del Carmine.

ESTATE SANNICANDRESE

La serie di eventi caratterizzanti tale manifestazione periodica trova esordio nel Festival “Del racconto, il film”, rassegna letteraria e cinematografica con valenza sociale che si compone della presentazione di un film e di un libro nella suggestiva corte del Castello, in appuntamenti fissati nei mesi di giugno e luglio. Sempre nei primi giorni di giugno, il Castello ospita la manifestazione “Radici del Sud” ove vengono percorse le novità enologiche e gastronomiche attraverso la partecipazione di produttori con il fine della presentazione di nuove prelibatezze, frutto della ricchezza della terra e della maestria di grandi uomini. All’esordio della stagione estiva, il Castello ospita, nei propri prestigiosi ambienti, il Festival “Mundi” che è un luogo di incontro fisico, reale, eppure utopistico ed immaginario, dove diffondere suoni, idee e innovazioni che possano unirsi tra loro. Si tratta di un evento di musica, arte, innovazione e intercultura dedicato alla popolazione giovanile. L'Estate sannicandrese è altresì teatro di letture importanti (tra le altre ad opera della attrice Crescenza Guarnieri nonché dell’attore e regista Francesco Zecca) nonché di presentazioni editoriali di rilevanza nazionale (Stefania Auci, Gabriella Genisi, Francesco Carofiglio, Nadia Terranova tra gli altri).

SAGRA DELLE OLIVE DOLCI

La Sagra delle Olive è l’evento più noto di Sannicandro che si ripete annualmente sin dal 1986. Organizzato nel fine settimana corrispondente alla seconda domenica di ottobre, è un’intensa maratona di eventi che si susseguono in una tre giorni che ogni anno porta a Sannicandro un numero sempre crescente di visitatori.

Vengono allestiti stand per la vendita delle olive dolci e la degustazione dell’olio EVO,  percorsi enologici, gastronomici e di assaggio dei prodotti tipici locali. Gli eventi si completano anche con delle straordinarie visite guidate nel Castello (serali), con incontri legati alla nutrizione e convegni sui progressi della scienza in ambito agro alimentare.